Treviso: il Giardino di Venezia

E’ così piacevole passeggiare per Treviso anche senza una meta ma solo così per il piacere di girare tra le vie, guardare gli animali nel fiume, le vetrine dei negozi e rilassarsi all’ombra dei portici o degli alberi sopra le mura medievali, grndi scrittori l’hanno celebrata e qui riporto qulache frase che comunica l’essenzz della città:

“… Treviso stupisce per la dolcissima bellezza delle giovinette che si vedono all’uscita delle scuole o scelte quasi con gara, per servire al banco dei negozi o dei caffè. La loro bellezza fa pensare a quella dei fiori e di certa frutta, come le pesche e le albicocche, che, purtroppo, non è duratura se non nell’essere tramandata, come la specie, da un’estate all’altra, per secoli e secoli. Lo testimonia infatti quel pittore del Trecento, Tommaso da Modena che qui venne a dipingere nelle chiese di Santa Caterina, di San Niccolò e di Santa Margherita e nel comporre la vita di Sant’Orsola, tutte le giovinette trevigiane del tempo, hanno la stessa rosea freschezza…”
(Giovanni Comisso)

“Non ha palazzi come Venezia, cattedrali come Padova, facciate come Vicenza, ma la città attraversata dal Sile è un’oasi dove trionfa l’arte del sapere vivere. Acque, vino, cielo, quiete, dolcezza di stagioni impastano la carne dei giovani e delle ragazze che perpetuano, nel sorriso e nel parlare, un dialetto molle e musicale, le lontanissime dolcezze della Marca Gioiosa.”
(Cino Boccazzi)

Nel 2021 si celebrano i 700 anni dalla mostre di Dante Alighieri e anche a Treviso il Sommo Poeta  ha fatto il suo passaggio lasciando versetti nella Divina Commedia di personaggi e fatti che riguardavano signori e luoghi dell’epoca. 

Nel IX canto del Paradiso  attraverso la voce di Cunizza da Romano, sorella del  tiranno Ezzelino, lanciava un severo monito ai principali centri della Marca Trevigiana, lacerati da lotte intestine; fra questi Treviso stessa, cui, agli inizi del Trecento, recava danno l’atteggiamento arrogante e dispotico del suo signore, Rizzardo da Camino, destinato di lì a poco, a cadere vittima di una congiura: e dove Sile e Cagnan s’accompagna, / tal signoreggia e va con la testa alta, / che già per lui carpir si fa la ragna”. A identificare la città, mediante la figura retorica della metonimia topografica, è qui indicato il punto di confluenza dei due corsi d’acqua che la attraversano: il Sile e il Cagnan.

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e la   Mappa_Treviso

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