Il grande cartellonista originario di Treviso firmò i manifesti per molti capolavori del cinema, come L’ultimo imperatore, C’era una volta in America, Rambo, Amadeus, Balla coi lupi, 007.
La grande mostra aprirà il 28 marzo a Treviso nelle sedi del Museo Santa Caterina, Museo Salce e Complesso di San Gaetano. 

Colui che è considerato come l’ultimo dei grandi cartellonisti.
L’ artista che sapeva trasporre l’anima di un film in un manifesto.
Non utilizzando l’immagine fotografica di un personaggio o di un scena ma disegnandola, il tutto mentre il film era ancora in lavorazione, potendo contare solo su qualche fotografia di scena e su un formidabile intuito comunicativo.

La mostra documenta 170 film, dei mille e più per i quali egli lavorò. Sono oltre un centinaio i pezzi selezionati e restaurati per l’occasione. I rari e introvabili fogli del decennio 1955-1965, mai apparsi in una mostra, presentano un artista in rapida formazione che, grazie al fertile ambiente romano  riesce a dare il meglio di sé in ogni genere: storico, peplum, commedia, noir e il nascente e dirompente fenomeno del “Western all’italiana”. Ed è sorprendente vedere accostati, nella grande “terrazza” del Santa Margherita, Trinità e Rambo o gli indimenticabili manifesti di capolavori quali I magnifici sette, C’era una volta in America, Amadeus, Il nome della rosa, Il tè nel deserto, L’ultimo imperatore.
Strutturata con una progressione cronologica la mostra, sia nella sede di Santa Margherita che in quella di Santa Caterina, accosta ai grandi e multicolori affissi, una selezionata serie di bozzetti studio e gli “originali” (l’opera finita che serviva per stampare il manifesto), provenienti dall’archivio dell’artista e da importanti collezioni pubbliche e private.